Privacy nelle pubbliche amministrazioni

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La privacy nelle pubbliche amministrazioni – Relazione 2003 – 28 aprile 2004 del garante della privacy

Al trattamento dei dati personali effettuato dai soggetti pubblici continua ad applicarsi una disciplina in parte differenziata rispetto a quella cui sono sottoposti i soggetti privati e gli enti pubblici economici.

Sulla base di alcuni principi generali fissati dal Codice per tutti i trattamenti effettuati da soggetti pubblici e privati, le amministrazioni pubbliche sono legittimate a trattare dati personali comuni, sensibili o giudiziari soltanto per svolgere funzioni istituzionali, rispettando gli eventuali altri presupposti e limiti stabiliti da disposizioni normative estranee al Codice ed astenendosi dall’acquisire il consenso degli interessati, specie per rendere lecito un trattamento altrimenti non ammesso.

Ci sono però alcuni casi che vanno approfonditi:

• Pubblicità delle deliberazioni comunali e divieto di diffusione dei dati sulla salute;
• Registrazione di sedute del consiglio comunale;
• Dati personali contenuti in esposti e denunce;
• Elenchi di intestatari di contratti di fornitura di pubblici servizi;
• Tessera elettorale;
• Documentazione anagrafica e materia elettorale;
• Conoscibilità dei dati;
• Uso degli elenchi anagrafici per finalità di comunicazione istituzionale;
• Liste elettorali ed elenco degli italiani residenti all’estero
• Pubblicità degli esiti scolastici;
• Flussi documentali tra p.a.;
• Trattamento di dati provenienti da pubblici registri da parte di soggetti privati;
• La direttiva comunitaria sul riutilizzo dei documenti del settore pubblico;
• Richieste di duchiarazione stragiudiziale sui crediti del contribuenti moroso;
• Pubblicazione on line di provvedimenti giurisdizionali;
• Consultazione del casellario giudiziale da parte della p.a.;
• Acquisizione di dati per via telematica da parte delle autorità di p.s.;
• Trattamento di dati del personale delle forze armate e di polizia;
• Ricerche statistiche.